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Caro Luigi

Ad un anno dalla scomparsa del caro Luigi, di nuovo quell’ acerbo sapore di perdita ed ancora una volta l’ingrata incombenza di accommiatarsi da una persona che ti è stata cara.

Mi era già capitato con mio padre, poi con Quirino, ora con te.

Mio padre: la “causa” della mia vita, anche professionale; Quirino: il mio “padre” istituzionale; tu: il mio fratello maggiore.

Mi piace ricordarti insieme a queste persone tanto importanti nella mia vita, anche perché insieme avete rappresentato, forse, l’ultimo esempio di quella generazione di galantuomini che appare, oggi, una specie sociale in via di estinzione.

La morte, si sa, condona i difetti e perdona gli errori. Ma tu, Luigi, non hai nulla da farti perdonare: Tenace, generoso, onesto, leale, sincero.

Chiunque ti abbia conosciuto concorderà che nessuno di questi aggettivi è usato per un effimero elogio di circostanza, ma identificano, invece, concretamente la sostanza del tuo modo d’essere, rappresentando l’impronta digitale della tua vita.

Intransigente e severo con chi avesse demeritato la tua stima, sapevi essere docile, quasi indifeso, con chi meritava il tuo affetto.

Attaccato alla tua professione e ai tuoi vigneti. Eri fiero del laboratorio che avevi allestito in farmacia per “curare i vini” dai loro difetti. Ma soprattutto eri orgoglioso di difendere la categoria dalle tante insidie quotidiane.

Per quanto tempo abbiamo approfittato di questo orgoglio battagliero ed irriducibile che ci ha fruttato innumerevoli conquiste.

Fino a quel brutto giorno in cui rimanesti vittima incolpevole di un errore giudiziario. Proprio tu, esempio di onestà e correttezza.

Ricordo che noi amici più stretti, in quell’occasione, infischiandocene delle restrizioni di legge, accorremmo a casa tua per farti sentire, in quel momento difficile, la nostra solidarietà e il nostro affetto e per difendere insieme la tua integrità.

Come era ovvio, uscisti da quella vicenda immediatamente e completamente estraneo, ottenendo addirittura il sacrosanto risarcimento giudiziario per quanto avevi ingiustamente patito.

Sotto il profilo morale, invece, con quella parte più meschina della società che non sa “perdonare” chi riconosce migliore di se e prova invidia per chi sa essere giusto, non ti è mai riuscito di chiudere i conti.

Ho avuto la fortuna di starti vicino per circa 25 anni e l’averti frequentato mi fa rimpiangere gli anni che non abbiamo condiviso come quelli che il destino ci ha negati.

Tanti i momenti vissuti insieme che non basterebbe un’altra vita per riviverli tutti e… Dio sa come la vorremmo un’ altra vita!

Mi hai voluto accanto anche per raccogliere il tuo ultimo respiro.

Sono fiero di questo, come di averti conosciuto.

Combattente fino alla fine, come lo sei stato per tutta la vita, ti ho visto resistere al trapasso con coraggio e ostinazione, legato ai tuoi cari che non volevi lasciare insieme a quella vita semplice che amavi.

Ma il destino ti ha vinto e in un sol colpo ha sconfitto tutti quelli che ti amano.

E da quel giorno siamo tutti più soli. Addio Luigi!

Con affetto, il tuo amico Maurizio.

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